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Austin Mini – Acquisto di auto d’epoca
L'Austin Mini è il simbolo dell'ingegneria automobilistica urbana: progettata da Alec Issigonis, prodotta dal 1959 al 2000, con diverse varianti e serie, questo modello ha rivoluzionato il concetto di city car compatta grazie al motore trasversale e a un'abitabilità sorprendente rispetto alle dimensioni esterne.
Risultati della ricerca

1965 | Austin Mini Cooper 998 MK1
If you speed up on curves instead of slowing down, you probably own a Mini

1981 | Austin Mini Van
Completely restored. The perfect eye-catcher for your business.

1987 | Austin Mini Mayfair
AUSTIN MINI 1000 Mayfair 1275 GT

1989 | Austin Mini Mayfair
1989 Austin Mini 30 Anniversary Edition

1990 | Austin Thirty
Cooper carburetor engine 1275 cc • special brown metallic paint • Moto-Lita steering wheel

1968 | Austin Mini Cooper 1000
1968 Austin Mini Cooper MkII

1965 | Austin Mini Cooper S 1275
Fully documented history | Fitted with the most powerful 1275cc engine variant | Includes a British Motor Industry Heritage Trust Certificate


1969 | Austin Mini Countryman
1969 Mini Woody Countryman '69

1967 | Austin Mini Cooper 1000
1967 Mini Cooper 1000 MK1 '67

1964 | Austin Seven
Austin Mini Super DeLuxe Mk1 850cc Early series "DeLuxe", Nut and Bolt restored condition, Newly ordered in Viry-Chatillon (Métropole du Grand Paris) France, Restored to original factory specifications and color scheme, Supplied with the Heritage Trust Certificate, Color scheme "Surf Blue with Blue interior",

1968 | Austin Mini Countryman
Austin Mini Countryman "Woody" 850 Mk II mit "stroked" 1370ccm-Cooper Motor, seit 50 Jahren 1 (ein!) Besitzer!

1970 | Austin Mini Cooper S 1275
Austin Mini Cooper S MkIII 1275cc "Nut&bolt" restored to factory originality, Matching numbers and colours - accompanied with British Heritage Certificate, The restoration is documented with photos, Livery from factory in "Bedouin over Autum Leaf",

1968 | Austin Mini Cooper S 1275
MINI Cooper S 1275 Classic

1980 | Austin Mini Van
MINI VAN 1300 .
Storia e origine dell’Austin Mini
Alla fine degli anni '50 la British Motor Company, frutto della fusione tra Austin e Nuffield, si trovò a rispondere all’esigenza di una vettura dai bassi consumi e adatta ai centri urbani, aggravata dalla crisi energetica. Alec Issigonis affrontò la sfida concentrando motore e trasmissione trasversale nell’anteriore e garantendo così l’80% dello spazio interno realmente fruibile. Dal prototipo creato in pochi mesi alla prima produzione di serie comprensiva delle versioni Austin Seven e Morris Mini-Minor, il debutto avvenne nel 1959. A partire dagli anni ’60 il successo fu tale da rendere il modello una quasi costante sui mercati europei per quarant’anni: oltre 5,3 milioni di unità prodotte, tra berline, familiari e versioni speciali. La Mini è diventata iconografia pop, comparendo in innumerevoli pellicole e serie, da Mr. Bean ad Austin Powers.
Evoluzione dei modelli e generazioni
La storia evolutiva della Mini comprende varie serie: MK I (1959–1967), caratterizzato da finestrini scorrevoli e portiere con cerniere esterne; MK II (1967–1969), con modifiche estetiche e tecniche minime; MK III (1969–1976), che vanta portiere a vetro discendente e carrozzerie Clubman dal frontale squadrato. Seguono MK IV, V e VI, fino agli anni 2000, durante i quali vengono introdotti cambiamenti in sospensioni e equipaggiamento. Le versioni speciali Clubman, Estate (con finiture in legno), Van e Pick-up, insieme ai più sportivi Cooper e Cooper S, espandono la gamma. Dopo il 1980 è la Metro a raccogliere l’eredità della Mini, fino all’uscita della MINI moderna sotto il gruppo BMW.
Caratteristiche distintive e dati sul mercato
L’Austin Mini vanta dimensioni compatte (3 metri), motore trasversale anteriore abbinato a trazione anteriore, e scocca autoportante in acciaio. Sfrutta una rivoluzionaria disposizione meccanica con motore e cambio condividendo olio lubrificante e sospensioni a elementi elastici in gomma o idrolastiche. La Mini è sinonimo di customizzazione: molteplici colori (il Tartan Red e il verde sono fra i più richiesti), optionals come tetto panoramico o interni migliorati, ruote da 10 pollici, accessori da tuning e versioni dedicate alle corse o al tempo libero.
I dati statistici mostrano per la serie MK I un’offerta del 30,5% del totale Austin Mini in vendita e una quota di visibilità (visualizzazioni annuncio) del 43,4%, ben superiore rispetto alle altre serie (la più vicina è MK II con il 18,4% come offerta e il 16,9% come visibilità). Gli esemplari MK III sono più rari, rappresentando solo il 3,8% dell’offerta e l’8,2% della domanda.
Dati tecnici
Edizioni speciali e versioni da collezione
Oltre alle versioni Cooper e Cooper S, celebri per i successi nelle corse (vittorie Monte Carlo 1964, 1965, 1967), la Mini è stata proposta in numerose limited edition: Mini 25 (per il venticinquennale, 1984), Mini Thirty (trentesimo anniversario, 1989), Mini Mayfair, Flame, Racing Green, Check Mate. La Clubman si distingue per il frontale squadrato e gli allestimenti sportivi. Versioni Estate e Pick-up ampliano la praticità, mentre la rara Beach Car resta uno degli esemplari più ricercati dagli specialisti per l'allestimento “open” senza porte.
Debolezze, problemi e manutenzione
La Mini classica è apprezzata per l’affidabilità della meccanica di base e bassi costi di esercizio, ma la scocca in acciaio può essere soggetta a corrosione soprattutto in zone critiche come passaruota, fondi, longheroni e agganci delle sospensioni. Importante controllare la presenza di documentazione e, nei restauri, la corrispondenza tra numeri di telaio e motore. La semplicità costruttiva aiuta nelle riparazioni, ma l’originalità dei ricambi resta fondamentale per mantenere valore e caratteristiche di guida. Occhio a impianto elettrico e tenuta delle guarnizioni finestre/porte.
Motorizzazioni, guida e varianti dinamiche
A seconda della versione, il motore della Mini spazia da unità da 850 cc fino a potenti propulsori da 1275 cc (Cooper S). L’impostazione leggerissima e il baricentro basso permettono sterzate rapide, inserimenti precisi e la massima sfruttabilità dello spazio cittadino. La trazione anteriore abbinata alle ridotte dimensioni offre un handling sorprendente su fondo asciutto e bagnato. Il cambio manuale a 4 marce garantisce coinvolgimento nella guida, le varianti automatiche sono rare e generalmente meno richieste dai puristi. I modelli più apprezzati per caratteristiche dinamiche e storico sportivo restano sicuramente le Mini Cooper e Cooper S (MK I, MK II), senza trascurare la Mini 1275 GT e le versioni Clubman per chi cerca usabilità quotidiana unita a dettagli anni ’70.
Design, interni, accessori e caratteristiche estetiche
Lo stile Mini si caratterizza per linee pulite e proporzioni mai viste prima negli anni ’50: sbalzi ultra ridotti, tetto piatto, parafanghi ben visibili. Celebri anche le soluzioni come la maniglia a tirante, i finestrini scorrevoli (nelle MK I), strumentazione centrale a “binocolo”, volanti di grandi dimensioni. Gli interni variano dal molto spartano dei primi allestimenti fino alle sellerie in pelle e moquette delle edizioni speciali. Le colorazioni classiche — rosso “Tartan”, verde, bianco, blu, giallo — vengono spesso abbinate a tetto a contrasto bianco o nero. Nelle family Estate i rivestimenti posteriori in legno, più tardi sostituiti dal solo metallo, rappresentano un ulteriore tratto distintivo. Accessori come tetto panoramico, vetri fumé, cerchi Minilite o cromati sottolineano la personalità di ogni esemplare.
Altri aspetti rilevanti
La Mini è rimasta nel tempo simbolo di versatilità, personalizzazione e successo nelle competizioni, risultato di un’offerta di optional e tuning ampia sia dalla casa che dall’aftermarket. La facilità con cui restauratori e appassionati riescono a riportarla all’antico splendore, o a trasformarla secondo i propri gusti, non ha eguali tra le piccole d’epoca. Tuttora gode di ampissimo supporto di club, ricambisti e aziende specializzate.
In sintesi
L’Austin Mini è esempio concreto di genialità tecnica e rivoluzione di stile: multifunzionale, dall’enorme importanza storica e collezionistica, economica nella gestione, con un parco varianti vastissimo e una riconoscibilità che attraversa decenni e generazioni. Perfetta come auto da città rétro, ha un seguito inossidabile tra chi cerca un’esperienza di guida senza filtri e una vettura che racconta la storia della mobilità europea.














