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NSU Sport-Prinz d'epoca in vendita

Il modello NSU Prinz Sport era la versione coupè dell'utilitaria NSU Prinz: prodotta tra dal 1958 al 1967, aveva dimensioni piuttosto ridotte e una linea sportiva equilibrata.

NSU Prinz Sport - Storia della produzione

Nel 1959 la casa automobilistica tedesca NSU propose al pubblico una versione sportiva della propria utilitaria Prinz. Per la progettazione della nuova auto, NSU si affidò alla carrozzeria Bertone di Torino, che diede al designer Franco Scaglione, che si era già occupato dell'Alfa Romeo Giulietta Sprint, l'incarico di disegnarne la linea. I primi 250 autoveicoli NSU Prinz Sport vennero prodotti in Italia dalla stessa Bertone, ma in seguito alla grande richiesta da parte del pubblico tedesco, la produzione venne spostata presso gli stabilimenti NSU di Neckarsulm, dove, in circa 10 anni vennero costruite quasi 21 mila NSU Prinz Sport. Le vendite in Italia, invece, furono piuttosto basse: NSU Prinz Sport, infatti, costava 1.035.000 lire, un prezzo elevato per l'epoca. Inoltre, con soli due posti, era una vettura piccola, non adatta alle famiglie.

NSU Prinz Sport - Caratteristiche tecniche

NSU Prinz Sport era fornita di un motore da 583 cm³ a due cilindri, raffreddato ad aria e dotato di camere di scoppio emisferiche. La sua origine era motociclistica (NSU, infatti, costruiva anche moto), e venne sostituito nel 1961 con quello leggermente più grande, da 598 cm³, introdotto con la messa sul mercato della nuova Prinz IV. Il nuovo propulsore generava 30 CV di potenza ed era in grado di far arrivare la NSU Prinz Sport alla massima velocità di 130 km/h. Il principale punto di forza di NSU Prinz Sport erano i bassi consumi: 16,1 km/l dichiarati dalla casa.

NSU Prinz Sport - Design e manovrabilità

NSU Prinz Sport aveva ottime finiture e, nonostante le dimensioni ridotte, un buono spazio per i bagagli, che potevano essere sistemati o dietro i sedili, oppure nel vano del cofano anteriore. A livello di strumentazione interna, NSU Prinz Sport aveva una dotazione minima composta da un tachimetro VDO, con contachilometri incorporato e illuminato di notte, e 5 spie luminose che segnalavano lo stato dei fanali, la carica della batteria, la pressione dell'olio, il livello del carburante e l'attivazione delle frecce. Dal punto di vista della manovrabilità la vettura non era comodissima da usare e risultava difficile da posteggiare a causa delle ridotte dimensioni del lunotto posteriore. Per quanto riguarda la guida, invece, la tenuta di strada era buona, con uno sterzo leggero ma preciso e ammortizzatori morbidi.

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