Jensen Interceptor – Acquista auto d’epoca

Storia della Jensen Interceptor

La Jensen Interceptor nasce come coupé GT a trazione posteriore, prodotta dal 1966 al 1976 negli stabilimenti di West Bromwich in Inghilterra. Il nome era già stato utilizzato per una vettura antecedente (1950–1957), realizzata in pochi esemplari artigianali con carrozzeria in alluminio. La nuova Interceptor degli anni ’60, invece, rappresenta un sostanziale salto evolutivo: carrozzeria in acciaio, design commissionato alla Carrozzeria Touring di Milano, e realizzata inizialmente con scocche prodotte da Vignale a Torino. L’auto, spinta da un V8 Chrysler e dotata di cambio automatico TorqueFlite, si posiziona come Gran Turismo raffinata e potente, adatta alle lunghe percorrenze ad alta velocità. Dal 1968 con la versione FF, la Interceptor introduce la trazione integrale e il sistema antibloccaggio meccanico Dunlop Maxaret: primati mondiali assoluti, soprattutto su una vettura di serie.

Evoluzione e Serie del Modello

La Interceptor si sviluppa in varie generazioni:

• Prima serie (1950–1957): produzione quasi artigianale, base Austin, motori 6 cilindri, alluminio e legno, meno di 90 esemplari.
• MK1 (1966–1969): nuovo corpo in acciaio, motore V8 Chrysler 6,3 litri, design italiano, circa 923–1024 unità di cui una piccola parte con guida a sinistra.
• MK2 (1969–1971): aggiornamenti di dettagli interni ed esterni, maggiore comfort e sicurezza, produzione limitata a due anni.
• MK3 (1971–1976): motore Chrysler 7,2 litri da 385 CV, dotazione più ricca (climatizzatore, cerchi GKN, sedili evoluti), oltre 6400 coupé e circa 550 cabriolet prodotti. Il Coupé con carrozzeria notchback e il Convertible ampliano la gamma (il Coupé conta appena 46 esemplari). La produzione si arresta nel 1976 con la chiusura della fabbrica Jensen, complici anche crisi energetica e difficoltà finanziarie.

Caratteristiche Salienti e Dati di Mercato

Fra le particolarità della Jensen Interceptor spiccano la combinazione di motorizzazione americana (Chrysler V8), comfort inglese (interni in pelle, plancia in radica, climatizzatore, servosterzo) e design italiano puro. Le versioni dagli anni ’70, in particolare la MK3, sono le più ricercate sia per prestazioni sia per dotazioni standard molto ricche. La tecnologia, come la trazione integrale della FF, e la presenza di modelli speciali come il Convertible o il Coupé a tiratura limitatissima, ne aumentano l’interesse tra gli appassionati.

Dati Tecnici

Versioni Speciali e Rarità

Tra le declinazioni più particolari vanno segnalate:

• Interceptor FF (1968–1971): prima GT stradale con trazione integrale e antibloccaggio freni.
• Convertible (dal 1974): cabriolet su base MK3, altamente rifinite, circa 550 prodotte.
• Coupe (1975/76): versione con tetto fisso e carrozzeria notchback, solo 46 esemplari.
• Interceptor SP: versione ancora più potente (390 CV), prodotta in numeri molto limitati.
• G.P. Follett interiors: interni su misura commissionati dal celebre concessionario inglese G.P. Follett. Le versioni con guida a sinistra sono estremamente rare e ambite.

Punti Critici e Manutenzione

Chi cerca una Interceptor deve osservare con attenzione la corrosione su scocca e telaio, tipica per le versioni in acciaio. L’impianto elettrico complesso, la climatizzazione (spesso soggetta a malfunzionamenti) e la gestione dei consumi elevati sono altri punti da monitorare. La ricambistica, almeno sulla meccanica Chrysler e sulle parti più comuni di carrozzeria e sospensioni, resta relativamente accessibile tramite specialisti inglesi ed europei. La rarità o la complessità di alcune versioni (FF e SP) richiede esperienze specifiche nei restauri.

Motore, Trasmissione e Dinamica di Guida

L’esperienza di guida della Interceptor è fondata sulla potenza corposa e sulla coppia dei motori V8 Chrysler, abbinati quasi sempre alla trasmissione automatica TorqueFlite. Comfort di marcia e silenziosità sono da Gran Turismo vera, con capacità autostradali elevate e sedili confortevoli per lunghi viaggi. Le versioni MK2 e MK3 aggiungono accessori come climatizzatore e assetto regolabile elettronicamente (sospensioni Selectaride). Le performance sono di rilievo: la MK3 7.2 raggiunge circa 230 km/h e copre lo 0–100 km/h in poco meno di 7 secondi. Modelli da segnalare:

• MK III: 7.2 litri, eccellente dotazione, molto diffusa oggi.
• Convertible: per chi ricerca l’esclusività open-air.
• FF: capostipite delle GT a trazione integrale.
• SP: la più potente e rara fra tutte, con potenza fino a 390 CV.

Stile, Interni e Configurazioni

Il design originale, frutto della Carrozzeria Touring di Milano e dell’opera di Vignale, distingue la Interceptor da ogni rivale inglese. Spicca il lunotto posteriore avvolgente, la coda ampia di tipo shooting brake e l’uso di elementi cromati di pregio. Gli interni sono un mix di tradizione britannica (legno e pelle, strumentazione completa, sedili posteriori efficaci anche per due adulti) e comodità moderne. Tra gli accessori, il tetto apribile Webasto, sedili regolabili elettricamente, autoradio Becker Europa, e, in alcune versioni, differenziale autobloccante e cerchi GKN in lega leggera.

Ulteriori dettagli

La Interceptor si è ritagliata un posto nella cultura pop grazie anche a comparsate cinematografiche, come il ruolo in Fast & Furious 6. Molti esemplari conservano ancora la documentazione originale di fabbrica. Il bagagliaio particolarmente generoso e la disposizione ottimale dei sedili ne fanno tuttora una delle pochissime GT classiche veramente usabili per viaggi a lungo raggio.

In Sintesi

La Jensen Interceptor rappresenta un esempio brillante di Gran Turismo d’alta gamma con anima internazionale: stile italiano, meccanica americana, comfort britannico. Che sia in versione coupé, cabriolet o special edition, resta un’auto per appassionati con spirito da viaggiatore, desiderosi di un’esperienza esclusiva e raffinata sulle strade europee.