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Glas Isar: Acquista auto d’epoca
La Glas Isar, conosciuta anche come "Grande Goggomobil", rappresenta il passo decisivo della Hans Glas GmbH verso la produzione di automobili più convenzionali, segnando una pietra miliare nell’evoluzione delle utilitarie tedesche di fine anni '50 e inizio anni '60.
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1960 | Glas Isar K 700
Glas Goggomobil Isar Kombi 700 Restauriert - Einer von 22 noch existierenden
1963 | Glas Isar T 700
1963 | Glas Isar K 700
1963 | Glas Isar T 700
1964 | Glas Isar T 700
Conservato dal 1964
1962 | Glas Isar T 700
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Storia e origini della Glas Isar
Alla fine degli anni ’50, la Hans Glas GmbH di Dingolfing decise di ampliare la propria gamma, realizzando una vettura che si distinguesse dalle microcar allora prodotte. La Glas Isar, presentata al Salone di Francoforte nel 1957 come Goggomobil T600, puntava a offrire una soluzione compatta ma comoda, atta a soddisfare le nuove esigenze della motorizzazione di massa in Germania. Il prototipo, inizialmente sviluppato con trazione anteriore e motore bicilindrico boxer, fu presto convertito alla più classica trazione posteriore per evitare una distribuzione dei pesi troppo avanzata, complicazioni di costo e difficoltà progettuali. Più che un esercizio di stile, la Isar fu un'automobile concreta, adattata alle risorse disponibili dell'azienda. Lo schema di cambio, insolito per i canoni dell’epoca, derivava dalla necessità di riutilizzare il progetto pensato per la trazione anteriore. La produzione iniziò nel giugno 1958 con la berlina quattro porte, caratterizzata da stilemi American Look, pinne posteriori e parabrezza panoramico, elementi che testimoniavano la voglia di modernità dell’industria automobilistica tedesca dell’epoca.
Evoluzione dei modelli nella serie Isar
La primissima versione montava un motore boxer da 584 cm³ con 20 CV, che spingeva la vettura fino a circa 98 km/h. Nel 1958 venne introdotta la versione Goggomobil T730, più potente e con una cilindrata di 688 cm³ e 30 CV. Dal 1959 le nuove denominazioni Isar T 600 e Isar T 700 caratterizzarono le varianti maggiorate, a cui si affiancarono anche versioni station wagon a tre porte, adattate alle esigenze delle famiglie o all’uso commerciale leggero. Una significativa revisione estetica intervenne nel 1960, con paraurti più robusti, nuovi gruppi ottici posteriori e un lieve aumento della lunghezza. La produzione proseguì fino al 1965, arrivando alla notevole cifra di 86.943 esemplari prodotti, anche grazie all’export verso diversi mercati europei.
Particolarità e numeri della Glas Isar
La Isar, con il suo stile ispirato alle auto americane (doppia colorazione, pinne posteriori, parabrezza a visiera, fanali simili a quelli dell’Opel Kapitän), rappresentava uno dei tentativi più interessanti di rinnovamento tra le piccole auto tedesche. La posizione del motore boxer, la soluzione della ruota di scorta sopra il vano motore e l’adozione di una trasmissione con schema di innesti insolito la distinguono nella produzione europea dell’epoca. Oltre alle berline, dal 1960 entrarono in gamma le varianti station wagon, con modifiche pratiche mirate al mercato familiare e professionale.
Dati tecnici della Glas Isar
Versioni speciali e collezionabili
Non risultano edizioni a tiratura limitata della Glas Isar, ma le versioni station wagon sono oggi relativamente più rare e ricercate per la loro praticità e per la produzione inferiore rispetto alle berline. Diversamente, le serie T 700, con il motore di maggiore cilindrata, spiccano per prestazioni e affidabilità migliorata per l’uso quotidiano.
Motorizzazioni, guida e caratteristiche dinamiche
Il motore bicilindrico, benché di cubatura ridotta, garantiva un funzionamento fluido grazie all’architettura boxer. Le prestazioni erano in linea con la concorrenza diretta: accelerazione contenuta ma guidabilità sincera, ideale per contesti cittadini o extraurbani a velocità moderate. Il cambio a quattro marce, pur costituendo una curiosità per la disposizione degli innesti, non comprometteva significativamente l’esperienza di guida per chi si adattava al suo funzionamento. Le sospensioni, solide ma comunque confortevoli per il segmento, permettevano un comportamento prevedibile anche su fondi poco regolari. Tra le versioni più interessanti si segnalano:
- Isar T 700: Motore da 688 cm³, 30 CV, oltre 110 km/h di punta
- Isar Kombi: praticità superiore per famiglie o piccoli artigiani Questi modelli univano consumi contenuti a prestazioni adeguate alle esigenze degli anni Sessanta.
Stile, interni e dotazioni della Glas Isar
L’estetica della Isar traduceva l’influenza degli USA attraverso linee morbide, pinne sulla coda e parabrezza panoramico. Gli interni, razionali ma accattivanti, offrivano sedili con rivestimenti bicolore e dettagli cromati. Tra le dotazioni si trovavano orologi da cruscotto, radio opzionali e varianti di colore dalla tinta unica ai contrasti tra tetto e carrozzeria. Le varianti Kombi enfatizzavano la praticità con vano bagagli ampliato e sedili posteriori ribaltabili. Gli accessori d’epoca più richiesti includono portapacchi, fendinebbia aggiuntivi e coppe ruota specifiche.
Altri aspetti da considerare
Una curiosità della Isar riguarda l’adozione, durante la metà degli anni ’60, di particolari aggiornamenti minori richiesti dalla sicurezza, come le protezioni nei paraurti e le modifiche all’impianto di illuminazione in funzione degli standard di mercato di alcuni paesi esteri di esportazione.
Riepilogo sulla Glas Isar
La Glas Isar resta una delle testimoni più rappresentative della transizione della Germania postbellica verso una motorizzazione accessibile. Con oltre 86.000 esemplari prodotti in otto anni e una gamma che ha incluso sia berline sia station wagon, rimane interessante per chi cerca auto storiche dal design marcato e dalla meccanica semplice. Nel panorama degli annunci di veicoli storici Glas, la Isar domina per disponibilità e interesse, rappresentando di fatto la quasi totalità delle ricerche e delle offerte relative al marchio.