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Champion auto d’epoca in vendita
Le vetture Champion rappresentano una fetta unica della micro-mobilità tedesca del dopoguerra: nate dall’ingegno dell’ingegnere BMW Hermann Holbein, queste auto sono state prodotte in varie versioni e da diversi costruttori tra il 1949 e il 1958. Dalla semplicità estrema delle prime Champion 250 fino all’evoluzione tecnica delle versioni 500 G a marchio Maico, ogni esemplare racconta una storia di innovazione, crisi finanziarie e creatività tedesca.
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Storia della Champion
La storia della Champion inizia nel 1949 quando Hermann Holbein, ex ingegnere BMW, realizza il primo prototipo a Herrlingen ispirandosi al concetto Volkswagen ma con dimensioni ancora più compatte e una meccanica semplificata. Il modello definitivo, la Champion 250, venne assemblato nello stabilimento Champion Automobilwerke di Paderborn, puntando su un prezzo estremamente competitivo e su un’architettura di base semplice e leggera. Nel corso degli anni Cinquanta, la produzione passò di mano più volte: dopo l’esperienza di Holbein e della Reinische Automobilfabrik Hennhöfer, fu il danese Henning Thorndahl a rilevare temporaneamente la produzione. Dal 1955, con il trasferimento dell’intera linea produttiva alla Maico, la Champion assunse una veste tecnica più sofisticata ma perse gran parte dell’appeal dovuto al prezzo contenuto. Nel 1958 la produzione si conclude definitivamente dopo oltre 7.000 esemplari complessivamente assemblati.
Evoluzione dei modelli Champion
Sotto la gestione Holbein prese vita la Champion 250, disponibile sia con motore Triumph posteriore monocilindrico da 250 cc sia in versione a due cilindri. Seguì la 400/500 Roadster, sempre a due posti ma con meccanica e comfort migliorati rispetto alle origini spartane. Nel 1953, a seguito del tentativo di rilancio danese, nacque la rara Champion v5006 con carrozzeria in legno/acciaio e motore Heinkel di 18 CV (solo 20 unità costruite). Con l’arrivo della Maico, la gamma si arricchì con la 500 G, finalmente omologata per quattro posti e dotata di un motore bicilindrico Heinkel di 396 cc.
Particolarità e statistiche delle Champion
Le Champion sono delle vere outsider nel panorama delle microcar d’epoca. Quando vennero lanciate, offrivano una soluzione economica e di grande praticità per la mobilità urbana, distinguendosi per struttura leggera (la 250 pesava appena 220 kg) e dimensioni compatte. La 500 G rappresenta il modello oggi più richiesto sul mercato, con una quota di visualizzazioni pari al 60,8% rispetto alle altre Champion. Viceversa, la 250 resta la più frequentemente presente tra gli annunci in vendita (66,7% dell’offerta di Champion). I volumi produttivi estremamente limitati e le tante vicende industriali la rendono una vettura pressoché unica tra le citycar storiche.
Dati tecnici delle Champion
Serie speciali e versioni da collezione
La Champion v5006, prodotta nel 1953 in appena 20 unità, rappresenta una delle versioni più rare in assoluto: carrozzeria ibrida in legno e acciaio e motore Heinkel la differenziano sia esteticamente che a livello prestazionale. Un ulteriore passo avanti si ebbe con la Maico MC 400 (poi 500 G), quattro posti, nata dal lavoro del tecnico Maico Ulrich Pohl.
Punti deboli e problemi ricorrenti
Le prime Champion soffrivano di difetti strutturali all’impianto di sospensione e al cambio, che richiesero costosi richiami in officina da parte dello stesso Holbein. In particolare, erano frequenti rotture della scatola del cambio e dei supporti dei fuselli ruota. La meccanica semplice facilita oggi molti interventi di manutenzione, ma è fondamentale accertarsi dello stato di telaio e trasmissione, componenti soggetti a usura importante nelle Champion più datate.
Motore, trasmissione e dinamica di guida
Il comportamento su strada delle Champion è segnato dalla leggerezza del corpo vettura e dalla impostazione meccanica spartana. Le versioni 250, soprattutto con motore monocilindrico, garantiscono una velocità modesta ma una buona agilità nei percorsi stretti e urbani, grazie al peso minimo e alla trazione posteriore. Con la 500 G di Maico-ultima evoluzione-debutta una motorizzazione più potente (396 cc, due cilindri, raffreddamento a liquido) che consente di superare i 90 km/h di punta, migliorando sensibilmente sia la tenuta sia il comfort rispetto al modello originario. - Champion 250: motore Triumph 250 cc, trazione posteriore, peso ridottissimo, 60/70 km/h di velocità massima.
- Maico 500 G: motore Heinkel bicilindrico 396 cc, configurazione a quattro posti, fino a 90 km/h.
Estetica, interni e dotazioni delle Champion
Gli interni minimali rispecchiano la filosofia votata all’essenzialità: pochi comandi, strumentazione ridottissima, spesso avviamento manuale tramite manovella. Tra le versioni cabriolet e roadster si trovano soft top in tessuto stile Fiat Topolino. I materiali impiegati spaziano dalla lamiera grezza (prime 250) a combinazioni di legno e acciaio nelle versioni più rare. La Maico 500 G migliora l’ergonomia e la finitura, senza però rinunciare a una certa sobrietà. Accessori particolari includono ruote sottili da moto, rivestimenti semplificati e qualche rara verniciatura bicolore.
Altri dettagli degni di nota
Durante le varie epoche produttive, negli stessi impianti delle Champion venivano occasionalmente assemblati anche prodotti industriali come frigoriferi e illuminazione pubblica, a testimonianza della flessibilità dei siti industriali coinvolti. Negli anni d’oro le carrozzerie vennero fornite dalla Drauz di Heilbronn, rinomata anche per collaborazioni con marchi maggiori.
Conclusioni: Perché scegliere una Champion d’epoca?
Le Champion rappresentano una curiosità per appassionati di microcar e della storia industriale tedesca. La ridottissima produzione, le continue evoluzioni tecniche e i numerosi passaggi aziendali testimoniano la loro unicità. Cercare una Champion 250 o una rara 500 G significa entrare in contatto con una fetta irripetibile dell’automobilismo europeo postbellico, fatta di ingegno, crisi e soluzioni originali su quattro ruote.