Kässbohrer Setra S 6: acquista un veicolo d’epoca

Storia e origine del Kässbohrer Setra S 6

Il Setra S 6 venne presentato da Kässbohrer nel 1955 come primo vero autobus a monoscocca sviluppato dall’azienda. L’introduzione della struttura portante unificata permise una maggiore leggerezza e rigidità rispetto ai telai separati tradizionali, riducendo consumi e migliorando la sicurezza. Il S 6 veniva prodotto a Ulma, in Germania, ed era caratterizzato da un design moderno per l’epoca e una spiccata funzionalità, destinata principalmente a tour operator e servizi privati. Furono realizzati circa 1.200 esemplari fino al 1963. La sua importanza storica risiede anche nell’essere stato uno dei primi a dare il nome "Setra" (“selbsttragend” = autoportante) all’intera gamma.

Evoluzione del modello

L’S 6 fu il modello che segnò il debutto della serie Setra. Non vi era un vero predecessore con caratteristiche simili: le generazioni di autobus precedenti erano costruite con telaio separato. Il successo del S 6 accelerò lo sviluppo dei modelli successivi come l’S 8 e l’S 10, con dimensioni maggiori e ulteriori raffinatezze tecniche. La produzione dell’S 6 si concluse nel 1963, ma la serie Setra continuò a evolversi, mantenendo la filosofia della monoscocca strutturale.

Caratteristiche salienti e dati di mercato

L’S 6 era subito riconoscibile per le sue dimensioni compatte (poco più di 6 metri di lunghezza) e la forma panoramica con ampie superfici vetrate. L'altezza contenuta, l’accesso facilitato e la capacità di 25-30 posti a sedere lo rendevano molto versatile per tour e trasporti su itinerari panoramici. Questi elementi, insieme all’innovativo telaio autoportante, lo differenziavano dalla concorrenza.

Dati tecnici

Versioni speciali e modelli da collezione

Nel corso della produzione, sono state realizzate pochissime versioni speciali del S 6, tra cui alcune configurazioni personalizzate per operatori turistici di lusso con interni particolarmente raffinati, tendine, rivestimenti in materiali pregiati ed elementi cromati supplementari. Alcuni esemplari furono inoltre allestiti come autobus panoramici con tettuccio in vetro.

Motorizzazione, comportamento su strada e guidabilità

Il motore Henschel da 6 cilindri, unito al cambio manuale a 5 marce, offriva una marcia silenziosa e regolare, anche su percorsi collinari. Le sospensioni a balestra garantivano un comfort superiore alla media per l’epoca, favorendo un’esperienza di viaggio piacevole per i passeggeri. Il peso ridotto grazie alla monoscocca permetteva una buona maneggevolezza nonostante la tipologia di veicolo, rendendo l’S 6 adatto sia a strade urbane che extraurbane. L’S 6 resta l’unico modello classico di questa gamma attualmente significativo sul mercato italiano dei veicoli storici, secondo i dati di offerta e domanda.

Design interno, comfort e caratteristiche stilistiche

L’estetica dell’S 6 riflette il design tedesco degli anni ’50, con linee arrotondate ed elementi cromati. I grandi finestrini laterali offrivano panoramiche eccezionali ai passeggeri. Gli interni erano spartani ma funzionali, con sedili imbottiti in tessuto e configurazioni personalizzabili. Le versioni più accessoriate potevano includere tendine, plafoniere aggiuntive e, raramente, impianti audio di bordo. Essendo stato realizzato su specifica committente, sono stati prodotti anche esemplari con colorazioni fuori standard e dettagli esterni cromati o verniciati su richiesta.

Altri dettagli e curiosità

Il Kässbohrer Setra S 6 viene spesso apprezzato nei raduni di veicoli storici e nei servizi turistici retrò grazie alla sua accessibilità e alla flessibilità di utilizzo. È uno dei pochi autobus storici ancora oggi impiegati per servizi speciali, come matrimoni o city tour d’epoca.

Riepilogo

Il Kässbohrer Setra S 6 occupa un posto speciale tra gli autobus storici grazie al suo innovativo telaio monoscocca e alle sue linee caratterizzanti degli anni ’50. Le percentuali di domanda e offerta indicano che è l’unico modello Kässbohrer Setra di rilievo nella scena dei veicoli classici italiani: un perfetto esempio di sintesi tra tradizione e innovazione tecnologica del dopoguerra.