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Bond Oldtimer in vendita
Bond Cars Ltd rappresenta una delle firme più particolari dell'automobilismo britannico, nota per le sue vetture a tre e a quattro ruote, spesso realizzate in alluminio o fibra di vetro. Dai tempi della Minicar sino all’avveniristica Bond Bug, i modelli Bond raccontano la storia dell’innovazione popolare in Inghilterra dal dopoguerra agli anni Settanta.
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1983 | Bond Equipe 2 Litre
Bond Equipe 6 Convertible
1972 | Bond Bug
1972 Bond Bug 850ES
1973 | Bond Bug
1966 | Bond Minicar 250 G Estate
A Professionally Restored and Owner’s Club Known Bond Minicar 250 G Estate
1969 | Bond Equipe 2 Litre GT
Seltener Englischer Sportwagen
1973 | Bond Bug
1973 Bond Bug 700. MOT April 2020 With No Advisories
1969 | Bond Equipe 2 Litre GT
Extrem seltenes von Trevor Fiore gestaltetes Fastback-Coupe
1971 | Bond Bug
1971 BOND BUG 700. Only 2,000 Miles In The Last Ten Years. Fresh MOT Upon Sale
1969 | Bond Equipe 2 Litre GT
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Storia della Bond Cars Ltd
Fondata a Preston nel 1948 da Lawrie Bond come Sharps Commercials Ltd, l’azienda iniziò costruendo i primi veicoli a tre ruote Minicar Mark A, motorizzati da propulsori monocilindrici a due tempi di derivazione motociclistica. La carrozzeria leggera era realizzata in alluminio e, progressivamente, anche in vetroresina, favorendo così consumi contenuti e accessibilità — particolarmente importante nell’Inghilterra del secondo dopoguerra, alle prese con tasse e restrizioni sui veicoli. Nel 1963 Bond fece il suo ingresso nei modelli a quattro ruote con l’Equipe, basata su meccanica Triumph. Dopo la vendita a Reliant Motor Co nel 1970, la produzione Bond continuò, culminando nella celebre Bond Bug prodotta fino al 1974.
Evoluzione dei modelli Bond
Il primo modello significativo fu la Bond Minicar (1949-1966), famosa per l’alto numero di varianti (familiare, van, cabriolet) e per la notevole facilità di guida. Le Minicar mancarono per lungo tempo della retromarcia: ingegnosamente, potevano invertire il senso di marcia arrestando e riavviando il motore al contrario. Fra il 1963 e il 1970 Bond propose la Equipe, sportiva in vetroresina su base Triumph. La Bond 875 (1965-1970) segnò la maturità tecnologica della casa con motore da 875 cc. L’ultimo capitolo fu scritto dalla Bond Bug (1970-1974), veicolo a tre ruote disegnato da Tom Karen con accesso ‘flip-top’.
Punti salienti e dati di mercato dei Bond
L’ingegnosità della meccanica, la cosiddetta soluzione a tre ruote con motori motociclistici, l’utilizzo di materiali leggeri e la capacità di proporre modelli dal carattere unico rendono Bond una marca di riferimento per intenditori dell’automobilismo britannico ‘eccentrico’. La Bug, in particolare, con l’apertura anteriore ribaltabile e il design arancione acceso, è una delle auto più riconoscibili degli anni Settanta.
Dati tecnici principali
Serie speciali e versioni da collezione
Fra le varianti di maggior rilievo si distinguono la Bond Minicar Mark G, ultimo sviluppo della serie Minicar, e la Equipe GT4S con cofano dotato di presa d’aria e motore maggiorato. La Bond Bug, prodotta dal 1970 al 1974 in collaborazione con Reliant, rappresenta una delle serie più ricercate grazie al suo design distintivo e produzione limitata.
Motorizzazioni, trasmissione e comportamento su strada
Le Bond a tre ruote, grazie al peso ridotto e ai bassi consumi, erano ideali per chi necessitava di un veicolo agile in città e capace di ridurre i costi di gestione, anche grazie alle agevolazioni fiscali sulle tre ruote in Inghilterra. Tuttavia, la mancanza della retromarcia meccanica e la stabilità limitata in condizioni di carico asimmetrico ne richiedevano un utilizzo attento. Le versioni Equipe offrivano un’esperienza di guida più sportiva, in particolare grazie ai propulsori derivati Triumph. - Bond Bug: Motore 4 cilindri 700 cc, design di Tom Karen, accesso frontale.
- Bond Equipe: Motori Triumph Spitfire/Vitesse, coupé e cabriolet in vetroresina.
- Bond Minicar: Diverse versioni, motori Villiers da 122 a 250 cc.
- Bond 875: Motore 4 cilindri 875 cc, linea compatta.
Interni, comfort ed estetica delle Bond
Lo stile delle Bond è immediatamente riconoscibile: carrozzeria in alluminio o fibra di vetro, linee tese e funzionali sulle Minicar, design decisamente sportivo e italiano sulla Equipe. La Bug esprime un’estetica dagli echi pop, pensata per distinguersi nella massa e offrire un’esperienza di guida ‘diversa’ sin dall’accesso a bordo. Fra gli optional si segnalano finiture bicolore e sedili in materiali tecnici, soprattutto sulle versioni Equipe.
Altri aspetti rilevanti
Oltre alle automobili, Bond realizzò anche scooter, trailer e curiosi prodotti come sci motorizzati (Bond Power Ski), dimostrando una marcata inclinazione all’innovazione nei più diversi campi della mobilità.
Sintesi
I modelli Bond sono il riflesso di una stagione creativa e anticonformista dell’automobilismo inglese. Le auto a tre ruote, la fibra di vetro, i motori di derivazione motociclistica e le soluzioni stilistiche fuori dagli schemi rendono questi veicoli particolarmente ricercati dagli appassionati alla ricerca di qualcosa di davvero unico nelle meccaniche e nello stile.